TERAMO – «La pubblicità data alla notizia dell’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale ai beni della famiglia di Vincenzo Oliveri impone una precisazione difensiva: è mia abitudine non discutere questioni di merito, in attesa di definizione, sui giornali. Anche questa volta manterrò fede al mio principio». Lo afferma in una nota l’avvocato Giuseppe Fonte, difensore di Vincenzo Oliveri, in relazione al sequestro di beni per un valore di 325 milioni di euro eseguito ieri dalla Dia a carico dell’imprenditore oleario. Tra i beni sono finiti anche Villa Fiorita, e il Don Juan di Giulianova. «L’accoglimento – aggiunge – della proposta di prevenzione patrimoniale per Vincenzo Oliveri, tuttavia, necessita di un’immediata verifica giurisdizionale. La misura, infatti, è stata applicata ‘inaudita altera parte’. Aderendo, il Tribunale di Reggio Calabria ad un’opzione procedurale legislativamente possibile ma discutibile, ha ritenuto di accogliere la proposta con una camera di consiglio senza la presenza della difesa». Il legale chiede quindi che il Tribunale di Reggio Calabria dia alla difesa di Oliveri la possibilità, con immediatezza, di anticipare la trattazione della causa. «Il Tribunale di Teramo – conclude l’avvocato – ritenuto competente per criterio della residenza del proposto, ha rigettato la misura per Antonio Oliveri, misura si badi bene avente identica struttura giuridica, dopo la fissazione di una camera di consiglio partecipata nella quale è stata data alla difesa la possibilità di difendersi provando».
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